Destra sociale

Il termine destra sociale rappresenta una dottrina che nell'ambito della destra coniuga la giustizia sociale con la tradizione, la gerarchia e l'organicità, il comunitarismo o il nazionalismo e le altre istanze tipiche della destra tradizionale europea, comprendendo il corporativismo, la socializzazione dell'economia e forme ibride del cosiddetto socialismo nazionale. La destra sociale così intesa viene comunemente classificata nell'insieme delle ideologie dette di "terza posizione" o "terza via", alternative nelle loro forme radicali al socialismo ed al capitalismo.

Altri commentatori, come Guido Caldiron, hanno descritto il termine destra sociale come l'insieme delle dottrine che nell'ambito del centro-destra, della destra e dell'estrema destra assumono delle posizioni critiche nei confronti del liberalismo, propugnando politiche che spaziano dalla economia sociale di mercato alla socializzazione dell'economia, passando per l'economia post-keynesiana. Quest'ultima definizione è però criticata da altri commentatori che, rifacendosi alla prima definizione, distinguono il nazionalismo sociale o destra sociale dalla destra conservatrice[1][2][3][4].

  1. ^ Beppe Niccolai fascista di sinistra, su beppeniccolai.org. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  2. ^ RICORDANDO PINO RAUTI, su centro-destra.it, 2 novembre 2015.
  3. ^ Marcello Veneziani, La destra deve fare la destra e non recitare due parti in commedia, su marcelloveneziani.com, 24 novembre 2015.
  4. ^ L'intervento/ Gianni Alemanno: perché le ragioni del sovranismo superano quelle dei conservatori, su destra.it, 20 settembre 2022.

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